In poco più di un ora di riunione il Ministero chiarisce inequivocabilmente il punto di vista del Governo sulle due questioni che, introdotte improvvisamente da Eni negli ultimi due mesi di un negoziato aperto da lunghissimo tempo, hanno di fatto tenuto in scacco il rinnovo dell’Accordo aziendale e non solo.
Le leggi speciali che regolano il settore -il d. lgs. 32/98 e la legge 57/01, oltreché la legge 27/12- sono vigenti, sono pienamente applicabili e perciò sono il punto di riferimento normativo anche per Eni ed i gestori a marchio Eni il cui relativo accordo ha natura collettiva aziendale.
Per questo il Ministero ha convocato le parti, così come già avvenuto in passato in alcuni altri casi, nell’ambito del tentativo di mediazione previsto proprio dal d. lgs. 32/98 in caso di vertenza collettiva.
Per altro verso, il Ministero ha manifestato l’intenzione di esercitare a breve la facoltà, che la legge gli assegna, di formulare direttamente nuovi modelli contrattuali, rimanendo comunque disponibile ad ascoltare e leggere qualunque contributo sul tema di chiunque desideri manifestarlo.
Si chiude in questo modo una querelle che, strumentalmente o meno, è stata posta ad intralcio di interventi necessari a mettere mano ad una situazione ogni giorno che passa sempre più drammatica per l’intero settore e soprattutto per i gestori che continuano a pagare, senza alcuna possibilità di difesa, scelte sbagliate e fallimentari compiute da altri prima ancora che lo stato di crisi generale investisse il Paese.
Questo, quindi, il contributo alla mediazione offerto ieri dal Ministero dello sviluppo economico che, in conclusione, ha nuovamente rinviato le parti a concentrarsi sul rinnovo dell’Accordo economico, riprendendo il negoziato dalle posizioni sensibilmente ravvicinate poste sul tavolo prima dell’interruzione di fine febbraio scorso.
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