Malgrado la conferma del "bonus fiscale" a titolo definitivo rappresenti un risultato finale importantissimo per la Categoria, va comunque sottolineato come il Governo Berlusconi/Tremonti/Romani/Saglia, oltre a resistere fino all’ultimo, ha pensato bene di “avvelenare i pozzi” prima di battere in ritirata, tanto per dimostrare quanto questo provvedimenjto a favore dei Gestori abbia costituito un boccone davvero amaro da ingoiare.
La legge di stabilità 2012 (comma 2, art. 34) prevede che i Gestori “nella determinazione dell’acconto dovuto per ciascun periodo d’imposta assumono quale imposta del periodo precedente quella che si sarebbe determinata senza tenere conto della deduzione forfetaria”.
Vale a dire che i Gestori, dal 2012 e per ogni anno seguente, sono tenuti a calcolare gli acconti (maggio e novembre) sul versamento delle tasse, sulla base di quanto dovuto nel precedente anno fiscale al netto della deduzione del bonus: vale a dire che si devono versare gli anticipi per intero, come se non si avesse diritto al bonus.
I Gestori, quindi, con questa formulazione della legge e nella sua interpretazione letterale, vengono incomprensibilmente costretti ad una esposizione finanziaria particolarmente gravosa, senza peraltro che sia sufficientemente chiaro e univoco in che tempi ed a quali condizioni potere in seguito detrarre il credito maturato.
Premesso che una modifica legislativa in tempi brevi è da considerarsi almeno improbabile, il Coordinamento Nazionale Unitario di Faib e Fegica si é già da tempo attivata per tentare di convenire con l’Agenzia delle Entrate almeno una circolare interpretativa, se non un Decreto Ministeriale, che intanto autorizzi i Gestori alla compensazione nei modi più semplici e nei tempi più rapidi.
Sarà cura della Redazione aggiornare tempestivamente sull’eventuale esito di questo tentativo e, comunque, di fornire l'interpretazione univoca per l’applicazione della norma che dovesse emergere dagli approfondimenti che il Coordinamento Faib/Fegica sta effettuando con l'Amministrazione Pubblica.
Rimane, comunque, quest’ultimo, un atto inutilmente punitivo adottato da un Governo che non solo non ha saputo dare alcun seguito agli impegni ripetutamente e formalmente assunti con diversi protocolli d'intesa sottoscritti, ma che è certamente stato quello che, in assoluto, ha prodotto i peggiori danni, anche in prospettiva, verso la nostra Categoria in particolare, ma anche verso il comparto petrolifero e l’intero mondo energetico più in generale.